"Que tal Argentina?" mi domanda uno dei 2 poliziotti che mi controllano i  documenti in mezzo al nulla. Vorrei rispondergli "se vuoi ci sediamo a  bere qualcosa e ti apro 20 argomenti per 2 ore di monologo", ma mi  limito a qualcosa di banale sulla gente e sui posti. Sono tante le  immagini che mi sono rimaste impresse in queste settimane. Dopo la  partenza da Mendoza mi aspettavano centinaia di km di pampa, parte dei  quali li avrei potuti evitare continuando sulla Ruta 40. L´idea iniziale  era di percorrela in buona parte, ma strada facendo mi son detto che di  volta in volta scegliero´ la strada che sulla mappa mi stimolera´  maggiormente e cosi´ dopo tanto nord, a cui mi sono abituato, la voglia  di Patagonia mi morde alle caviglie e decido per la strada piu´ rapida  per scendere a sud. Devio per San Rafael e da li continuo nella pampa in  una tre giorni "eroica" in cui percorro 540 km fino ad arrivare a  Neuquen. La Pampa e´ anche il nome della regione che attraverso e che mi  cuoce con il sole e con la monotomia del paesaggio, con le sue strade  dritte all'orizzonte e soprattutto con il vento che da sud mi fa fare il  doppio dello sforzo. Mentre pedalo accompagnato sempre dai tralicci  della luce che mi dettano la via, ogni tanto passo di fronte ad un  rifugio antigrandine, una tettoia per ripararsi in casa scendano sassi  di ghiaccio. C'e' chi mi racconta di "chicci" grandi come palline d  tennis e il posto da' l'idea di essere soggetto a eventi climatici  estremi che qui possono dare libero sfogo a tutta la loro potenza. Ogni  tanto mi attraversa la strada una volpe, di rado scorgo qualche gruppo  di capre. Passo per Catriel dove ci sono pozzi di estrazione del  petrolio che hanno cambiato definitvamente lo stile di vita della gente  di qui. Ogni tanto vengo "svegliato" da una zaffata di origano, oppure  da un odore intenso di aglio quando un camion che ne trasporta qualche  centinaio di chili mi sorpassa. E' durissima pedalare di giorno su  queste strade, per combattere con il vento ora sono riuscito a trovare  una posizione piu' aerodinamica che mi permette di alternare la seduta.  Appoggio gli avambracci sul manubrio e li apro fino ai cornini, con le  mani prendo lo zainetto davanti. A forza di provare e riprovare ho  trovato un buon equilibrio e a volte mi trovo a pedalare con la testa  bassa che punta alla riga bianca cercando di continuare a pestarla. E'  un viaggio di solitudine che viene alleviato in particolare dai  camionisti che mi sfanalano, mi mostrano il pollice, dagli automobilisti  che suonano il clacson a festa, dagli "stradini" che anche oggi hanno  fatto una gran festa al mio passaggio, ed agli incontri casuali a cui si  va incontro quando mi fermo a rifocillarmi. E' in una stazione di  servizio che incontro Luciano. Gestisce il negozio attiguo, glñi compro  un litro e mezzo di "bibita" (qui mi piace molto l'agua saborizada a  gusti di frutta) e lui timidamente mi saluta. Fuori mi fermo a fare 2  chiacchiere con un tipo e dopo un po' rispunta Luciano con la macchina  fotografica intento ad immortalare Bomba. Segue una mezz'ora di consigli  sul viaggioin bicicletta che mi chiede. E' un ciclista, e  l'abbronzatura non mente, vorrebbe fare un viaggio sulla costa cilena e  sembra avere bisogno di un "cuccio" che di certo non gli faro' mancare  io. Il giorno dopo nel tappone mitico da 225 Km, arrivo con il vento in  poppa (unica volta ma nel giorno giusto!!!!) a quella che sarebbe dovuta  essere la mia destinazione finale per quel giorno, Puelen. Un  ristorante, 2 case e mi dicono anche un campeggio che non era previsto.  Sono solo le 14 e decido di pedalare ancora sfruttando l'accompagnamento  inaspettato del vento. Ma prima mi fermo a comprare qualcosa di fresco  da bere. Entro e ci sono 5 persone sedute a mangiare. A un tavolo siede  Juan, un maestro della zona che una volta ascoltato da dove vengo mi  dice "Ti ho visto oggi all'Algarrobo..... e ora sei qui... merda!". Mi  prende in simpatia (o in compassione...) e mi offre la bibita e un  piatto di cappellettini, che sembrano molto ravioli al vapore cinesi, se  non fosse che li sommergo di formaggio.
2 giorni fa ho scoperto di essere entrato definitivamente in Patagonia  quando ad un controllo fitosanitario ho dichiarato di avere nelle borse  ben 2 mele e mi hanno lasciato 2 possibilita': Mangiarle li' o  consegnarle a loro, perche' la Patagonia, mi informano, e' zona libera  dalla mosca della frutta. Io stupidamente mi immaginavo la Patagonia  come una striscia piccola a ridosso delle ANde che poi si allarga a sud  alla fine, mentre e' una porzione ben piu' vasta di Argentina. Qui il  verde comincia a vedersi molto di piu', la frutta sembra essere di altro  livello, oggi mi sono mangiato 4 belle e succose pesche bianche. Nel  negozietto sulla strada, la frutta esposta e' quella che si trova da noi  in estate e la presenza delle ciliege e degli alberi tutt'intorno per  un attimo mi ha riportato alla mente Vignola. E poi finlamente ho  trovato dell'acqua, oggi passando per una diga. Cristallina, si stavano  facendo il bagno un po' di ragazzi. Io ero super accalorato e la  tentazione era troppo forte. Giro a sinistra e scendo al fiume appoggio  la bici sui sassi e mi tolgo tutto tranne i pantaloncini sapendo di  stare attirando l'attenzione di tutta la "spiaggia". Mi immergo  nell'acqua fresca che mi fa subito tirare un sospiro di sollievo.  Rimango a mollo una mezz'oretta e poi esco e mi rivesto senza  asciugarmi, tanto con il caldo che fa ci ho messo 20 minuti a ritornare  bello secco.
Ora sono a Neuquen che in lingua Mapuche significa potente. Domattina me  ne rimarro' a letto, per la prima volta dopo tanti giorni, almeno fino  alle 7 o forse addirituura alle 8 (esageriamo). Rimango qui uno o due  giorni a riposare ma lo scopo in realta' e' far riprendere vita al PC  che per la seconda volta mi ha lasciato (domani l'incontro con il  tecnico) e fare qualche compera tipo un nuovo paio di occhiali visto che  gli altri si sono rotti in 4 parti e sono 2 giorni che viaggio con lo  scotch e la colla a reggerli che sembro Cosmic (citazione modenese). Per  le feste invece potrei addirittura regalarmi una sella nuova.... c'ho i  miei perche'.....
A San Rafael mi ha fatto un'intervista un giornalista piu' interessato  al folclore che alla causa Saharawi. Per la precisione non ho mai fatto  alcun riferimento ad Omar Sivori di cui probabilmente il giornalista e'  stato un grande estimatore. Comunque l'articolo e' qui sotto.
http://www.diariosanrafael.com.ar/51529Per le foto basta cliccare su quella qui sotto
 
Qui ad Axia accumolo un bel pò di novità da raccontarti quando rientri in patria ...... roba piccola a confronto di quello che ci stai raccontando e ci racconterai.
RispondiEliminaStai padalando di brutto ...... ma mi puzza che pedala alla grande anche la tua testa.
UN SALUTONE, DARIO
ciao ciccio che emozione vedere e leggere i tuoi viaggi, ogni giorno aspetto che arrivi alla tua meta e penso.. anche per oggi ce l'ha fatta. qui si sta avvicinando il natale , che palle ,ci si riunirà per il pranzo e poi tutto come sempre, io la sera li abbandono e vado in croce rossa a fare la notte. qui ora piove ma ha fatto un freddo della madonna abbiamo toccato i -15. nonna e' stata contentissima quando ha visto la foto subito non s'e resa conto poi le ho spiegato . pedala nipote mioe riempiti gli occhi di tutto quello che vedi sarà un'esperienza che ti lascierà cose immense dentro. un abbraccio e abbi cura di te.Catia
RispondiEliminati pensavo ieri pomeriggio..volevo mandarti gli auguri ma non ne ho avuto la forza..ero in overdose da dolci natalizi!!!
RispondiEliminapeccato ti sei perso la Vigilia del Kapo e dell'Elena...qt anno ci hanno "costretto" a recitare Pinocchio!! Ma non ti preoccupare: tutto filmato! Potrai farti due risate alla faccia nostra!!
Mi raccomando cerca un bel veglione di capodanno alla Fantozzi!!!!!
Ciaoooooo
vio
Grazie Vio! Augurissimi anche a te e al resto della compagnia! a prestooooooooooooooooo
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