Pedalando per il Popolo Saharawi

Storia di un viaggio di solidarietà in bicicletta
Ottobre 2010/Febbraio 2011
8000 Km

giovedì 28 ottobre 2010

Fine dello sterrato peruviano

A volte sono i posti piu' inaspettati a regalare qualche perla. Dopo circa 3 ore di buona pedalata da Andahuaylas in direzione di Abancay e soprattutto di un cielo nero sul serio, ho cominciato ad entrare nelle nuvole e a vedere, da dentro, i primi lampi e tuoni. Poi verso la cima (4100 metri) ha cominciato a piovere di brutto, tra l'altro con freddo e vento e di mezzo pure i lavori in corso con tutto il fango che ne consegue. Inizio nella nebbia la discesa con le mani intirizzite e il corpo sudato che non riusciva a scaldarsi. “Hay un pueblito mas abajo?” andavo chiedendo, e tutti mi dicevano di proseguire. In mezzo alla bruma arrivo a Kishuarà con l'intento di farmi una tazza di caffe' e decidere poi sul da farsi visto che era ancora presto. Entro dentro un “ristorante” e come almuerzo hanno una zuppa di verdure (miracolosamente con prezzemolo al posto del coriandolo) e arroz a la cubana, cioe' riso con platano fritto e un uovo sopra. Cosi' metto qualcosa di caldo nello stomaco e poi vado alla ricerca di un hospedaje. Ne trovo uno (ce ne sono 2) molto ma molto spartano, con una divisoria in compensato che mi ricorda tanto una stanza in cui avevo dormito a Managua una vita fa. Mi asciugo, di doccia non se ne parla nemmeno, poi mi vesto bene e me ne vado in mezzo alla nebbina a esplorare il pueblito che non ha niente di interessante e proprio per questo rappresenta alla perfezione il tipico paesino andino. Mentre giro, ho voglia di fare 2 chiacchiere, poi è presto , allora mi fermo a guardare un gruppetto di persone che stanno attaccando un insegna ad una casa. Il bottone si attacca subito, iniziamo a chiacchierare andando avanti per ore (sarebbe meglio dire che ho chiacchierato per ore, viste le molte domande) con una famiglia peruviana curiosissima. Mi hanno detto che era la prima volta che avevano avuto il piacere di parlare con uno straniero e conoscere un mondo così diverso come quello da cui provengo, spesso gli stranieri che incrociano non parlano spagnolo. Mi hanno chiesto consigli su come poter fare per far arrivare la propria figlia in Italia a lavorare. I peruviani per uscire dal loro Paese mi è stato raccontato che devono pagare per la VISA circa 8000 euro, il che rende molto difficile l'uscita dal Paese.

Oggi invece il tempo è decisamente migliorato e dopo una notte nella mia stanzetta a 9°C, ho iniziato a percorrere la discesona che mi ha portato al termine di questi durissimi ma anche indimenticabili 600 Km di sterrato. D'ora in poi asfalto fino in Bolivia, tante salite ancora mi aspettano, la prossima a 4900 mt, ma almeno Bomba avrà sotto le sue ruote un terreno che la lascerà un po' piu' tranquilla. Il conto di tutto lo sterrato e' stata la perdita di un perno di un pedale, qui difficilissimo da trovare (ma la soluzione trovata è stabile) e oggi di un pezzo fondamentale, di cui avevo comunque un ricambio, ma che per miracolo ho ritrovato in mezzo alla strada. Domani mi fermo per un giorno per conoscere Gianfranco, un italiano che vive qui ad Abancay. Con lui forse si farà un'intervista per una TV locale (mo pensa te?!??!)


9 commenti:

  1. Saludos mi amigo. Un dìa más y muchos kilometros más sumados a tu recorrido. Espero que se pueda hacer la entrevista pues eso ayuda a tus objetivos en este recorrido. Las fotos como siempre espectaculares, buenisimas. Cuidate mucho y adelante con este recorrido. Un abrazo. Marco.

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  2. caro corridore folle, ti seguo dall'inizio; visto che se salgo due rampe di scale mi viene il fiatone, mi è inconcepibile come si possa pedalare per centinaia di Km, in salita, in altitudine, da solo e fra freddo, fango e pioggia.E' fantastico seguire la tua goccia che si sposta a fatica in mezzo a un paesaggio che dal satellite sembra favoloso: boschi, radure, miniere, laghi, paesini che appaiono miracolosamente tra le montagne;deve essere una esperienza stupefacente. Per parte nostra la ciurma è orgogliosa che un suo componente sia lì a rappresentare noi, il nostro lavoro e il popolo saharawi e ci da la carica per la nuova avventura nei campi che affronteremo dal 27 novembre, stavolta con l'eegrafo digitale portatile che finalmente abbiamo comprato.

    SAHARA LIBRE (INCHALLA)
    Buena suerte
    Maa Salam
    Statte bbuono

    Mauro Abate

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  3. Non c'è giorno...che mezza AXIA non consulti il sito o il blog........per quanto mi riguarda è il momento di essere meno razionale....e di dirti, sei proprio un grande....Dario

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  4. Ciao Vekkio, di la verita' hai pagato dei ragazzetti che hanno sparato dei fumogeni x far l'effetto nebbia!!! A parte gli scherzi solo a guardare la fotografia mi e' venuto freddo!!!! La strada e' ancora molta da affrontare ....ma dall'espressione che hai sulla foto mi sa ke te la mangerai come pane!!!! ciao Labi

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  5. Ciao Marco!!!
    Hai tutta la mia ammirazione...e un pizzico di invidia, per un'esperienza tanto folle quanto meravigliosa!!!
    Ti seguo sempre...buona avventura!!
    Simona

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  6. Torno adesso dall'eternit...ricky mi ha raccontato la sua esperienza nei campi,gli ho detto del tuo blog così ti scriverà qualcosa lui direttamente.Ci saluta Fadel!!!!!!L'ha conosciuto e sono stati insieme una settimana!!!!quant'è piccolo il mondo!!!Ora vado a dormire perchè è tardissimo, ma ti aggiornerò sulle ultime notizie dal deserto!
    Un abbraccio!

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  7. Ciao...persino io ti lascio un'evoluto messaggio tecnologico....mi sento come ET che tenta di comuicare con il Pianeta Marte.....LUCILLA

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  8. Ciao Ciccio , belle le foto ed i tuoi commenti, e' un po' come essere li con te. Ogni giorno faccio vedere a tua nonna dove sei , e' molto contenta e le brillano gli occhi. Ti manda un bacio e un abbraccio poi sorride e mi dice'' quando era piccolo aveva paura dei ragni '' guarda adesso cosa fa .Ciao e..... pedala
    Catia

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  9. Carissimo, faccio parte della mezza AXIA che ti legge spesso (l'altra è quella che con il computer....mmmm!!) Mi fa piacere essere partecipe del tuo entusiasmo. Anche qui le notizie dal Sahara Occidentale sono poche e oscurate dalle "escort" del premier e dall'alluvione in Veneto. Mi fa un po' invidia il patrimonio umano che hai messo insieme: amici, incontri occasionali, collaboratori scoperti lì. Buona continuazione!1 Donatella

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