A La Paz la notiziona e' che per uscire dalla citta' che si trova in una buca, devo di nuovo risalire a El Alto, quindi di primo mattino, con il fresco, mi metto in sella e comincio a pedalare su questa stradona in cui i mezzi sfrecciano e le persone sbucano da ogni dove per prendere un autobus. Una volta domata anche questa salita la strada si fa bella pianeggiante, sull'altopiano a 3700 mt , un po' su e un po' giu' ma bello liscio fino alla mia meta di giornata, Patacamaya. Solo una tappa intermedia verso Oruro che raggiungo il giorno dopo. In strada faccio anche 2 incontri con altri biciclisti, Victor e Marie una coppia francese che ha un progetto legato al microcredito (http://www.cyclocredit.com/) e Sebastian Diaz un argentino che mi ha fatto assaporare l'accento che fra qualche settimana mi accompagnera' fino alla fine del mio viaggio. Sto pedalando bene, il sorriso non mi manca e decido di mettere a riposo Bomba e di andare a trovare la famiglia Restelli a Cochabamba. La cognata di Alberto abita qui ad Oruro e mi fa il favore di tenermi la bicicletta, cosi' che mi infilo su un bus e in 4 ore sono a CBBA (cosi' viene abbreviato il nome della citta') dove incontro subito Daniele. Lui e sua moglie Elisa (http://www.iltarloboliviano.it/), che e' fisioterapista, sono in Bolivia da Gennaio 2010 e contano di restarci fino alla meta' del 2012 in una missione della diocesi di Bergamo. Elisa si occupa di fisioterapia sia in alcuni centri che a casa delle persone, alcune delle quali ho potuto conoscere ieri pomeriggio. Daniele lavora con i detenuti che ora stanno producendo biglietti natalizi gia' "ordinati" dall'Italia. Hanno poi in piedi il progetto di costruzione di un laboratorio per la produzione di carrozzine per disabili e la consegente formazione di personale locale che poi se ne occupi direttamente. La famiglia Restelli e' completata da Alessandro ed Irene, 2 bimbi felici che stanno sperimentando la diversita' e l'integrazione culturale. Crescere in un contesto "meno viziato" come e' sicuramente quello boliviano li arricchira' tanto come penso stia facendo con i loro genitori, premiandoli per la bella scelta che hanno fatto di trasferirsi per un tratto di vita in Bolivia. Davvero una bella famigliola a cui auguro un bell'avvenire.
A me invece il futuro riserva il tanto ambito Salar de Uyuni , una delle mete piu' attese del viaggio, che conto di raggiungere e attraversare nei prossimi 5-6 giorni lasciando l'asfalto per tornare allo sterratone che mi accompagnera' per un bel po'.
Non vedo l'ora di avere qualche metro di sale sotto le ruote!!!
Clicca sulla foto qui sotto per vederle tutte
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Emanuele, quel pitufo di mio figlio si chiama emanuele!!! buona pedalata
RispondiEliminaelisa
Ricordati di caricare il segnalatore satellitare....per un paio di giorni....sembrava ti fossi fatto una bella pennichella.
RispondiEliminaehila ciao marchino, vedo che ti stai avvicinando a passo spedito al Salar de Uyuni...
RispondiEliminaqui siamo in pieno autunno, si è già fatta vedere la nebbia nei giorni scorsi, e le strade sono ancora ricoperte di foglie nelle gradazioni del giallo, rosso, marrone e pallido verde...
le giornate sempre pià corte (essendo rientrati nell'ora de dyos!!), mannaggia!
Giusto questa mattina leggevo come la Bolivia sia stata presa d mira per l'estrazione del litio (il nuovo oro bianco), di cui il suolo delle Ande pare esserne molto ricco...Motivo in più per goderti al massimo il meraviglioso paesaggio che hai la fortuna di vivere, perchè chissà per quanto resterà "incontaminato"... del resto tutto e niente, come è normale che sia! a presto elena
poche notizie arrivano da quello che sta succedendo al popolo sharawi.Il portavoce del Fronte Polisario alle Canarie, Mohamed Salem, ha assicurato domenica che ci sono 37 civili saharauis che sarebbero deceduti negli scontri degli ultimi giorni.
RispondiElimina"Abbiamo confermato questi 37 morti, ma non sono definitivi, abbiamo problemi perché le forze di occupazione del Marocco sono a caccia delle persone che realizzano questo lavoro. Non c'è possibilità di definire una cifra", ha detto Mohamed Salem, chi ha detto che varie fonti parlano di 300 "morti". Salem ha detto che "i dati non sono esatti" perché " i civili saharauis non possono uscire di casa, per la pressione che esercitano la polizia, l'esercito ed i coloni marocchini". Afferma che ci sono 4.000 feriti, alcuni gravi, ed un numero indefinito di arrestati.
Pare inoltre che il marocco stia cercando di osurare siti e blog che parlano del saharawi e di quello che sta succedendo.....
Continua a pedalare facendo sentire anche la loro voce come stiamo provando a fare da qua!
Un abbraccio!
bella marco e bella bomba con il nuovo look, qui tutto bene e tutto tranquillo a parte l'autunno che e' arrivato con nebbia e pioggia. fatti sentire , fai sentire la voce del popolo saharawi continua la tua opera, continua a pedalare e grazie per tutte le immagini che riesci a mandare.
RispondiElimina( ah nonna si raccomanda di stare attento e ti aggiunge alla preghierina della sera ahaha )
un abbraccio
catia
marooo che perfezionista, ti sei fermato esattamente al centro del Salar de Uyuni!
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