Storia di un viaggio di solidarietà in bicicletta Ottobre 2010/Febbraio 2011 8000 Km
lunedì 3 gennaio 2011
Giro dei 7 laghi e salita al Cerro Tronador
Dopo un 25 Dicembre passato solo solito in un bosco di Araucarie, capita di pasarse l’ultimo giorno di questo anno speciale a Bariloche, in un campeggio con Stefan, un ragazzo tedesco ma incredibilmente latino nell’atteggiamento. Parla bene lo spagnolo e ci beviamo insieme una bottiglia di Mallbec affrontando, come conclusione dell’anno, argomenti filosofici, i diversi stimoli che ci hanno fatto partire e cosa pensiamo di trovare nel nostro viaggio. Un capodanno insolito ma che mi e’ piaciuto un sacco. Sono “reduce” da una settimana intensa in cui si sono mescolate gamba e bici e tante conoscenze. A Junin faccio amicizia con una coppia cileno/tedesca che mi riempiono di informazioni su cosa potrei fare nei giorni successivi. Mi sconsigliano di fermarmi a San Martin de los Andes che e’ un posto “troppo turístico” e mi sento di seguire il loro consiglio. Quando ci arrivo mi fermo solo per un po’ di provviste e per visitare il Museo La Pastera, dedicato a Guevara e ospitato in una casupola in cui lui e Granado furono ospitati durante il loro viaggio in motocicletta per l’America Latina. Proseguo quindi a pedalare inerpicandomi fino al passo e godendo di una vista spettacolare sul lago e sulle cime innevate che lo contornano. Gli altri laghi spuntano qua e la, ogni tanto una cascata, ovunque viole dal profumo che invita a fermarsi per avvicinarsi a respirarlo. Arrivo al lago Falkner in cui mi fermo nel campeggio piantando la tenda vicinissima al lago e gustandomi l’avvicinarsi di una nuvola carica di pioggia che staziona tra le montagne dall’altra parte del lago. Si alza un vento fortissimo, cade qualche goccia ma niente di piu’. Conosco una copia argentina sulla cinquantina con cui affronto l’argomento crisi economica, prezzi e burocracia tra Italia e Argentina. Mentre parliamo interviene uno dei 4 ragazzi seduti a fianco che fino a quel momento stavano parlando in tedesco e mi chiede di che parte dell’Italia sono. Scopro che sono di Bolzano e mi raccontano la loro favolosa storia. Giovani, svegli e con ancora la fame della scoperta di mondi nuovi hanno comprato un vecchio furgone dei pompieri degli anni 70 e lo hanno spedito da Amburgo a Buenos Aires. Sono volati la’ e hanno aspettato un mese che “liberassero la belva”. Si’, perche’ il mezzo beve 1 litro di venza per fare 5 km!!! Nei loro occhi rivedo me alla loro eta’, con la curiosita’ e le piccole paure, ma anche con un entusiasmo straripante. Passiamo insieme una bellissima serata in cui mi raccontano tutto quello che vogliono fare tra viaggio e trekking vari. Grandissimi. Ci salutiamo e vado a nanna nel buio piu’ completo perche’ la tenda l’ho messa in un settore in cui non c’e’ nessuno, non avevo visto che la parte grande del campeggio era da un’altra parte.. Vengo svegliato da un rumore di passi, metto fuori la testa e ci sono un paio di mucche che si abbeverano al lago e che passano davanti alla tenda regalandomi un bel quadretto. La pedalata che segue e’ la parte piu’ bella di tutto il giro dei 7 laghi ed e’ tutta su uno sterrato impegnativo, in mezzo al bosco. E’ mattina presto e non c’e’ anima viva. Mi godo lo spettacolo nel silenzio e pedalo con gioia fino a Villa La Angostura in cui cede una vite del portapacchi davanti. “Come faccio adesso a tirare fuori la parte che e’ rimasta dentro?” Io per ste robe non sono un genio, ma faccio ricorso a tutti gli episodi di Mac Gyver che ho visto (nessuno) e con un fil di ferro faccio ruotare la vite che inizia a muoversi e avvicinarsi all’uscita. La tiro fuori e la cambio e raggiungo alla grande il paese dove trovo posto nel camping degli universitari, in riva al lago e raggiungibile da un paio di km di strada sterrata. In questi giorni sta diminuendo il carico di acqua che qui si sgorga ovunque e aumqntando quello del cibo. In autonomía con la cucina ho anche voglia di mangiare cose diverse. Ora la colazione e’ diventata un pasto abbondante che preparo senza Dover caricare troppo peso. Sto studiando la maniera di guadagnare spazio per permettermi anche una bottiglietta di olio e un piatto con cui prepararmi qualche insalata mentre la pentola lavora a qualcosa di caldo. L’organizzazione procede…. Da Villa La Angostura vengo stimolato a passare direttamente in Cile al passo che si trova a 30 km per un trekking “vulcanico”. Decido invece di venire a Bariloche, al massimo tornero’ indietro. Mi trovo un altro campeggio fuori mano (la salita per accedervi e’ impraticabile in bici per la troppa pendenza) e torno in citta’ per vedere di organizzarmi un trekking di un paio di giorni. E’ il 31 Dicembre e quando arrivo l’ufficio sta per chiudere e devo decidere velocemente. Do una scorsa ai trek e scelgo una 2 giorni al Cerro Tronador, un Vulcano inattivo di 3500 mt, la vetta piu’ alta della zona. La sua particolarita’ e’ che ha il rifugio che si trova tra 2 ghiacciai a 2000 mt. Compro il biglietto del bus e la mattina dopo mi incammino per arrivare alla fermata attraversando Bariloche piena di giovani di ritorno dal festone dell’ultimo dell’anno. Sono l’unico passeggero che sale sul bus e l’autista mi porta in un paio di ore a Pampa Linda, dove inizia il trekking. All’entrata del parco non pago nulla perche’ il primo del’anno sono ancora tutti a letto… Quando scendo godo gia’ della vista del Cerro Tronador in tutta la sua imponenza e sale la voglia di arrivarci. Il sentiero si infila nel bosco togliendomi la vista della montagna. Passo un fiume e inizio a salire i 1000 metri di dislivello che si sviluppano su un percorso di 14 Km. Tutto prelude a una giornata sensazionale, il cielo poi e’ azzurro. Comincia invece una tortura continua… Stormi di tafani cominciano a girarmi intorno. Incrocio mentre scendono altri trekkers imbacuccati mentre sventolano continuamente rami con foglie come fossero ventagli. Non e’ possibile fermarsi per mangiare qualcosa, scattare una foto, pisciare… un incubo. Riesco a togliermi lo zaino e a vestirmi completamente mentre sto saltando e muovendomi come un matto. Quando sono tutto intabarrato posso tirare un sospiro di sollievoe scattare qualche foto. Riprendo piu’ tranquillo e un po’ piu’ accalorato la salita che esce dal bosco e mi fa intravedere la neve che ben presto inizioa a calpestare. Tutta la salita e’ accompagnata dal rumore dei blocchi che si staccano dai 2 ghiacciai e finiscono a valle con un rumore fragoroso. Posso finalmente ammirare queste 2 meraviglie nel loro splendore. Mantelli bianchi tagliati al centro da seracchi che fanno sembrare tutto incredibilmente fragile ed instabile. Sotto si formano tante cascate che finiscono in 2 laghi. Il rifugio e’ in mezzo e ci arrivo quando il cielo comincia a scurirsi sulla fila di montagne tutt’intorno. Dentro ancora poca gente, quella che ha deciso il giorno prima di festeggiare qui l’ultimo giorno del 2010. Al piano di sopra ci sono solo materassi per terra, niente letti a castello a cui sono abituato in Italia. Mi rinfresco e mi siedo al tavolo giusto in tempo per osservare l’inizio della pioggia e l’arrivo di una tempesta che fa diventare tutto grigio. Il vento vola velocissimo con raffiche orizzontali come alcuni dei lampi che illuminano la vista. Usciamo per scattare qualche foto. Gli altri sono armati con macchine professionali e tentano l’impossibile, immortalare una saetta. Inizia la grandine che ci costringe dentro al rifugio. La violenza di questa tempesta stupisce anche i local. Passa in 40 minuti. Continua a piovere e iniziano i commenti e le conoscenze. Al mio tavolo ci sono Leo e Clarissa una copia brasiliano/argentina che vive a Rio e un signore spagnolo. Ci raccontimao i nostri viaggi e passiamo una bella serata scaldati dalla stufa a legna. Lo spagnolo prima timido, quando gli chiedo di raccontarmi qualcosa, inizia a snocciolare una serie di viaggi mirabolanti in bicicletta in Africa, attraversando il Madagascar e dimagrendo 11 kg. Passando per Kenya e Etiopia. Mi racconta di aver attraversato il Camerun in bici e a piedi quella zona vergine di foresta in cui ippopotami e elefanti escono al mare e che mi aveva affascinato un sacco quando l’avevo vista in un documentario.Scala pure e 15 anni fa e’ arrivato in vetta all’Aconcagua dopo una giornata di 12 ore di salita e 4 di discesa con arrivo alla tenda, bile vomitata e sonno di 20 ore. Che tipo! L’altra coppia invece e’ spassosissima e l’anno prossimo sono indecisi se venire in Italia o fare il Camino de Santiago a piedi. Chissa’ se qualcuna delle persone che sto conoscendo riusciro’ a rivedere da qualche parte? Qui nel rifugio ti puoi portare la roba da mangiare dentro e pure cucinartela pagando l’uso della cucina. I prezzi del cibo mi fanno tornare sulle Alpi… La mattina dopo il cielo e’ coperto, la valle e’ tappata da una coltre di nuvole. La vista e’ comunque favolosa come sempre quando si puo’ ammirare dall’alto il mondo. La discesa e’ fresca e priva di tafani!!!!! Scendo tranquillo per una passeggiata di 3 orette e arrivo di nuovo a Pampa Linda dove mi attende un’attesa di 6 ore che passo con il resto del gruppo che si riunisce. Finisco con un po’ di crackers il formaggio che mi e’ rimasto e con Leo ci spariamo un match a ping pong. Al ritorno in bus, scendo e utilizzo l’ora successiva per verificare il costo del passaggio a Puerto Montt con il “Cruce de los Lagos” che con 3 navi e 4 bus passa in Cile. All’agenzia che ha l’esclusiva del trasporto mi dicono che sono 230 dolari ma se viaggio in bici si puo’ fare per 80. Bella notizia con cui ritorno al campeggio con una ozione in piu’ tra cui scegliere. Ora devo decidere tra una quantita’ di cose da fare. Mi piace quando posso dire “questo si e quindi questo no”, la bellezza del poter decidere che pero’ adesso fa il conto con quello che perdero’ con ogni scelta, anche se per la verita’ questo viaggio mi sta regalando gia’ cosi’ tante emozioni che tutto quello che verra’ sara’, come dire, regalato. Ma il vivere il presente mi impone di godermi anche il resto :-)
grandisimo! como le va mArco!!!! ya estoy en casa. Acompañare tu viaje por el blog hasta ushuaia!! espero que tengas podido cruzar a chile por los lagos! encontraste la oficina en el centro de bariloche? saludos desde Brasil, Léo.
heilà!pedalatore incallito!! Buon Anno e buona Befana dai tuoi ex vicini di casa Elena e Gianluca! ti seguiamo con attenzione e ...un pizzico di invidia!!
Ciao capo! quasi pensavo che ti fossi dimenticato di me. Ricordati poi di inviarmi il numerino, sono pur sempre il VP :-) Ciao centesi, grazie degli auguri, qui si continua a pedalare senza tregua ma con ancora tanta voglia. Ciao!!
Mi chiamo Marco e vivo a Castelfranco Emilia, in Provincia di Modena. Sono un fisioterapista a cui piace viaggiare. Da qualche tempo sono il responsabile del "Progetto Fisioterapia" dell'Associazione Rio de Oro. Alla fine di quest'anno farò un viaggio in bici in Sud America per sostenere il progetto "Pedalando per il Popolo Saharawi". Con questo blog aggiornerò l'avanzamento nella preparazione del viaggio. Diventerà poi un diario di viaggio che aggiornerò ogni volta avrò un computer fra le mani. Partirò da Lima (Perù) alla metà di Ottobre 2010 e con la mia fidata bici attraverserò Perù, Bolivia e Argentina arrivando ad Ushuaia attorno alla fine di Febbraio 2011 dopo circa 8000 Km e qualcosa più di 4 mesi.
A proposito ...... BUON ANNO COMPANERO...DARIO
RispondiEliminagrandisimo! como le va mArco!!!! ya estoy en casa. Acompañare tu viaje por el blog hasta ushuaia!! espero que tengas podido cruzar a chile por los lagos! encontraste la oficina en el centro de bariloche? saludos desde Brasil,
RispondiEliminaLéo.
heilà!pedalatore incallito!! Buon Anno e buona Befana dai tuoi ex vicini di casa Elena e Gianluca! ti seguiamo con attenzione e ...un pizzico di invidia!!
RispondiEliminaCiao capo! quasi pensavo che ti fossi dimenticato di me. Ricordati poi di inviarmi il numerino, sono pur sempre il VP :-)
RispondiEliminaCiao centesi, grazie degli auguri, qui si continua a pedalare senza tregua ma con ancora tanta voglia. Ciao!!