Finalmente sono giunto all'aggancio con la mitica Ruta 40 che mi ha subito messo a dura prova, soprattutto mentale. La strada corre con continui saliscendi, ma diritta, infinitamente diritta, a volte si perde all'orizzonte. Le distanze a occhio non si riescono a calcolare. Oggi mi sono detto “a Pituil, che sta li in fondi mancheranno 3-4 km” Invece erano 15! Affrontare in bicicletta questa strada è una questione soprattutto mentale. Pedalare con costanza, guardarsi intorno, occuparsi il tempo. Io ascolto un po' di musica e a volte mi ritrovo a cantare quasi gridando, tanto ci sono solo io, il traffico è scarsissimo. Mi piace anche pensare a voce alta, parlare da solo mi aiuta a fissare i concetti, le parole e mi tiene compagnia. A fianco della strada sono poi immancabili gli altarini al Gauchito Gil, una specie di Robin Hood che fece obiezione di coscienza durante la guerra civile e a cui le persone si rivolgono per la concessione di qualche miracolo. Ma sulla strada c'è anche la “concorrenza”. La Difunta Correa, che è rappresentata sdraiata, morta, con il suo bimbo a vegliare su di lei. La stora racconta di lei che segue il battaglione del marito durante la guerra civile soccorrendo i feriti, portando cibo e acqua, e muore per la fatica e per la sete. Anche a lei si chiedono miracoli o si ringrazia per quelli “avvenuti”. Gli altarini di entrambi, sia chiaro che io sto dalla parte del Gauchito Gil, sono pieni di ogni tipo di oggetto, tra i più particolari ci sono confezioni di medicinali e un gesso (usato) di una gamba. Le postazioni della Difunta Correa sono contornate di bottiglie piene d'acqua per via della sete patita dalla signora durante la guerra.
La ruta 40 corre lontano dalle grandi città ed attraversa paesaggi diversissimi tra loro. Prima di Belèn passa in mezzo a una gola tra montagne verdi, Attorno a Punta de Balasto è deserto bianco pieno di cespugli, verso Chilecito diventa rosso con tutto attorno montagne piene di cactus. Per adesso tanto asfalto. Solo 40 km di “ripio”, lo sterrato come lo chiamano qui, che mi ha ricordato quello peruviano. Nonostante la sabbia è stato un tratto comunque pedalabile. Si scende dalal bici quando c'è troppa sabbia e si risale appena si intravede una linea che sembra essere compatta e così via. Mi sono anche “goduto” una giornatina di pioggia ieri, la prima in Argentina. Mi sveglio la mattina, sta spiovviginando e il cielo non promette niente di meglio, soprattutto nella mia direzione. Sono le 6.40 e parto con un bel fresco che non ricordavo più. Dopo 40 Km inizia a piovere, mi metto in tenuta “acquatica” e la becco a intermittenza per circa 3 ore. La pioggia su un ciclista attiva immediatamente un surplus di solidarietà, allora ecco che mi si affianca una macchina con una coppia di francesi e mentre sono intento a cantare sotto il cappuccio, tirano giù il finestrino e mi dicono “bravò, bravò” con il pugno chiuso. Altri fanno uscire un braccio dal finestrino e mi mostrano il pollice per incitarmi. Loro penseranno che io stia soffrendo, invece me la sto godendo, dopo tanto caldo finalmente un po' di fresco e niente sole. Poi con la mia tenuta mica mi bagno! Alla fine della giornata cerco un posto per dormire e quello che vedo dalla strada non mi piace, in verità nella mia testa frullava l'idea di arrivare ad Andolucas dove avevo letto che avrei trovato un complesso turistico con un campeggio. Mi faccio altri 25 Km e ci arrivo, sembra tutto chiuso, percorro la discesona e alla fine ne trovo un paio, che da noi sarebbero parchi come il Lido del Reno a Casalecchio, con le immancabili griglie per l'”asadito” (per inciso, qui ho visto operai che in pausa pranzo tirano fuori al vordo della strada carbonella e una griglia e si fanno l'asado!). Mi piazzo proprio davanti ad una delle “cucine”, con griglia e lavandino e monto la tenda. Il clima è rilassato, è domenica e le famiglie stanno finendo di pranzare, alcuni giovani giocano a pallone e io mi metto a leggere un libro che mi sono scaricato sul PC (la carta l'ho finita...). Alla sera mi faccio un riso in busta con una bella birrozza. Poi mi sparo pane con dulce de leche e un tè. Prima di andare a letto mi guardo intorno e sono rimasto solo io. Stamattina mi sveglio all'alba, preparo tutto e part... “e sto fiume da do ve salta fuori?”. Il passaggio è ostruito dal fiume che si deve essere alzato dopo la pioggia di ieri. Mi guardo attorno e c'è un signore che inesorabilmente mi fa cenno che il passaggio è quello. Mi metto l'anima in pace, mi levo le scarpe e lo attraverso per vedere quanto è profondo. Mi arriva al polpaccio, torno indietro, sollevo Bomba e la trasporto dall'altra parte, poi recupero le scarpe, mi sciugo e finalmente posso ripartire.
In questi giorni ho comunicato intercontinentalmente con Enrico dall'Australia che mi ricordava che Barbara sta per partire per l'Egitto per la sua tesi di master e ho pensato “ma tu guarda che i 3 fisioterapisti senza frontiere “bolognesi” (di adozione, perchè nessuno dei 3....) presidieranno nei prossimi 2 mesi 3 continenti diversi! E poi a Febbraio torneremo tutti e ce ne saranno un tot da raccontare. Samanta ora che è convalescente sta strutturando il suo viaggione e mi piace sentirla nella fase in cui mi sono trovato io, con mille porte aperte ma senza la possibilità di entrare in tutte. Scegliere la migliore, che impresa! Vai donna bionica! In un modo o nell'altro ci troveremo laggiù nelle terre estreme!
A me invece il domani riserva il tappone della Cuesta de Miranda che mi farà salire di 1000 metri e soprattutto valicare una catena che mi separa la visuale dai “6000” che corrono lungo il confine con il Cile. Avvicinandomi a Mendoza ne scorgerò alcuni, con le loro cime innevate, e chissà che non mi capiterà di farci un saltino sopra...
Quando trovo internet in giro do una letta ai giornali per vedere cosa succede a casa, e di certo di cose ne passano. Nel Sahara occupato ci sono più di 30 morti accertati e un centinaio di feriti a seguito della repressione che tuttora continua da parte delle “forze dell'ordine” marocchine. C'è una risoluzione di condanna dell'ONU per quello che serve, ma la situazione ora è molto calda. A casa nostra il governo sta per cadere e il 14 forse sarà l'ultimo giorno, speriamo sia la volta buona. Una notizia poi che mi ha toccato profondamente è stata la morte di Monicelli, ma soprattutto il solito scempio da parte dei nuovi crociati che vorrebbero sempre mettere parola nelle decisioni degli altri. Per loro la vita non è nella disponibilità dell'uomo? E che la diano a chi vogliono, ma abbiano il rispetto e l'intelligenza di pensare che al mondo ci sono milioni di persone che non la pensano come loro. Io sono uno di questi e la mia peggior paura è di finire questa mia vita nelle mani di questi maledetti che in base a loro principi, non di certo ai miei, sindacheranno sul significato della vita cercando di prolungarmela il più a lungo possibile. Un caro abbraccio e soprattutto un grande rispetto ad un uomo che ha deciso cosa era meglio per lui.
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Olà corridore folle!! e mentre tu pedali allegramente nella pampa argentina noi della ciurma siamo andati e tornati per e dalla V Commissione "EPILESSIA" in quel di Buel-la.
RispondiEliminaNei Campi e a casa nostra è tutto tranquillo anche se le ultime vicende sembrano aver dato più determinazione nel continuare a sperare che la trentennale lotta per ritornare in patria non sia semplice chimera. C'è stato tempo incerto e temperatura mite; ci siamo anche portati dall'Italia la pioggia... un giorno intero!! L'organizzazione è molto migliorata: ora abbiamo farmaci abbastanza differenziati, in quantità sufficienti e la loro distribuzione è più capillare; i pazienti vengono negli ospedali delle varie wilaya mentre gli psicologi saharawi che fanno ormai parte integrante del progetto, lavorano meglio e di più. Abbiamo comprato e portato giù un EEGrafo digitale portatile che ha fatto le bizze ma che alla fine has fatto il suo dovere. Siamo a 225 pazienti visti (alcuni anche 4-5 volte...), abbiamo superato i 150 eeg eseguiti, abbiamo in cura oltre 100 epilettici; siamo insomma una realtà del loro sistema sanitario!! Michele Paniccia all'ultimo minuto non è potuto venire con noi e questo ha bloccato in parte il versante FKT. Amako c'è e lavora per quel che può; quindi sbrigati a dare le ultime pedalate e vedi di scendere con noi per aprile...
ehi marco ma di questo ''pedalare'' non e' che invece della metà di febbraio ritorni a casa a metà gennaio??? vai cosi' sei davvero forte.
RispondiEliminala nonna mi ha chiesto se non ti sei ancora stancato di andare in bicicletta ormai sei grande :).
ehi ciao...oggi è il gran giorno e tutti i preprativi sono stati fatti. Ore 16 via si parte...
RispondiEliminahi hi che emozione!!!
ieri sera invece ti sei perso un concerto da brividi, Fistful of Mercy con tanto di Ben Harper, al vox. vabbhe forse a te non avrebbe dato i brividi, ma è stato molto molto bello!
ciao vadoooo a presto
Tu pedala che nel frattempo io continuo ad allenarmi nella bassa!!!!
RispondiEliminaciao sono rientrata a casa da solo 2 ore e non vedelo l'ora d leggere le tue storie quotidiane. purtroppo il servizio internet è peggiorato e non ho avuto mai la possibilità di seguirti. ho solo velocemnete scorso le tue giornate e te lo dico con il cuore sei fantastico!!!, sono veramente orgogliosa di condividere questa cosa cone te. sto preparando il lavoro per le ragazze e anche Massimo a cui finalmente risponderò scenderà presto. i locali di El Aaiun sono quasi terminati e ad Auserd abbiamo già una sala pronta, mandano Dakla e Smara, ma non disperiamo. i lavori a Bolla inizieranno il 7 gennaio e sto marcando stetto Hamaho....abbi fiducia e al tuo ritorno dovrai ASSOLUTAMENTE terminate il tuo bellissimo viaggio a Bolla!!! - ho messo anche il bollitore ed è possibile farsi una doccia calda!! ti voglio bene. Rossana
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